Ampliare l’accesso all’offerta di orientamento al lavoro: l’assegno di ricollocazione

Il Decreto legislativo n. 150 del 14 settembre 2015 ridefinendo l’organizzazione della rete dei servizi per il lavoro e le modalità di gestione delle politiche attive, introduce anche l’assegno di ricollocazione. Vediamone le principali caratteristiche.

Tale strumento è destinato a coloro che percepiscono l’indennità di disoccupazione da più di 4 mesi senza aver trovato una nuova attività lavorativa. L’assegno di ricollocazione, o ricollocamento, sarà gestito dai Centri per l’Impiego e permetterà al disoccupato di accedere a servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro. L’assegno potrà essere speso dai disoccupati presso gli stessi Centri per l’impiego, o presso soggetti privati accreditati, per poter fruire di servizi e attività utili nella ricerca di una nuova occupazione. La struttura cui rivolgersi può essere scelta liberamente dal disoccupato e tale struttura verrà effettivamente retributita (tramite l’assegno) soltanto quando il soggetto troverà un’occupazione. La somma varia in base al profilo di occupabilità stabilito dal Centro per l’Impiego.
Ad oggi l’assegno non è ancora richiedibile e probabilmente bisognerà aspettare la fine dell’anno per l’avvio di questa misura così come indicato in un recente articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore, ma rappresenta un passo strategico nella lotta alla disoccupazione e verso l’obiettivo definito a livello europeo di garantire a tutti i cittadini le migliori opportunità di impiego e il diritto all’orientamento durante tutto il corso della vita (lifelong guidance).  

Il percorso di ricollocazione che è finanziato dall’assegno dovrà infatti necessariamente prevedere una prima fase di consulenza e orientamento, con un’analisi del percorso formativo e professionale svolto dalla persona, la ridefinizione dell’obiettivo professionale coerente con tale esperienza pregressa, le caratteristiche ed esigenze della persona e i vincoli e opportunità del mercato del lavoro di riferimento. Si tratta di una sfida in cui l’obiettivo non è solo il placement (trovare un lavoro), ma anche l’acquisizione da parte della persone di quelle competenze utili per la gestione della propria carriera professionale (in modo che quel lavoro diventi una professione stabile).

In attesa che a livello nazionale l’assegno di ricollocazione diventi operativo, diverse sono le Regioni che stanno avviando azioni e iniziative per la sperimentazione di tale strumento per supportare i propri disoccupati nella ricerca del lavoro. La Regione Toscana, ad esempio, ha pubblicato proprio nei giorni scorsi un avviso pubblico rivolto a disoccupati maggiorenni, residenti o domiciliati in Toscana con reddito Isee inferiore a 50mila euro attraverso il quale è possibile richiedere un ‘voucher formativo individuale di ricollocazione’ per il rimborso totale o parziale dei corsi formativi finalizzati ad uscire dalla disoccupazione tramite l’acquisizione di competenze utili a migliorare il proprio livello di occupabilità. Inoltre, i beneficiari possono, al termine del corso, usufruire di tutoraggio e assistenza per cercare lavoro tramite l’assegno di assistenza alla ricollocazione.  Negli stessi giorni, anche la Regione Umbria ha approvato, nel proprio ‘Programma delle politiche del lavoro 2016-2017‘ con uno stanziamento complessivo di 70 milioni di euro, la sperimentazione dell’assegno di ricollocazione attraverso attività di orientamento e formazione per il reinserimento rivolte a disoccupati adulti, oltre che ai percettori di ammortizzatori sociali.

Insieme alle sperimentazione delle altre regioni (Lazio, Veneto, etc.) sarà molto interessante valutare gli esiti di tali esperienze per verificare le modalità e strumenti più efficaci nel supporto alle persone in cerca di occupazione.