Educazione imprenditoriale: una risorsa per la scuola e l’orientamento

Quanto è presente negli studenti la dimensione dell’imprenditorialità? Quali azioni di orientamento può realizzare la scuola per promuovere questo tipo di competenze? A Milano è stata presentata da Junior Achievement la ricerca “Educazione imprenditoriale. Impatto ed effetti di una scuola che innova” dalla quale emerge come il 64% dei giovani italiani che hanno partecipato al percorso didattico ‘Impresa in Azione’, aspiri ad un futuro lavorativo in cui poter sviluppare un proprio progetto.

Un dato che non significa necessariamente voler fare l’imprenditore a tutti i costi, ma che dimostra l’attitudine diffusa tra i giovani ad adottare una mentalità imprenditoriale che consenta loro di sviluppare le proprie idee, sperimentare metodi di risoluzione dei problemi (56%) e definire autonomamente i propri compiti (57%).

Il programma ‘Impresa in Azione’, promosso a livello nazionale dall’associazione Junior Achievementsi sviluppa attraverso un’articolata serie di attività che consentono di sperimentare in maniera reale (anche se su piccolissima scala) il funzionamento di un’azienda. Le attività, vengono svolte grazie al supporto attivo di un docente coordinatore della scuola e di un esperto d’azienda del tessuto imprenditoriale locale. Dall’anno scolastico 2015/2016, è accreditato tra i percorsi di alternanza scuola-lavoro ufficialmente proposti dal MIUR. 

La ricerca Educazione imprenditoriale. Impatto ed effetti di una scuola che innova”, condotta da IPSOS e curata da Marta Consolini, Maria Santa Ferretti e Maria Assunta Zanetti, pone in evidenza anche una serie di abilità che vengono favorite da percorsi formativi di questo tipo. In particolare, le 6 dimensioni dell’imprenditorialità che emergono tra i giovani di Impresa in Azione sono:

  1. – pensare in modo creativo,
  2. – fare un piano d’azione,
  3. – organizzare e valorizzare le risorse,
  4. – affrontare e gestire l’incertezza e l’ambiguità,
  5. – saper lavorare in gruppo,
  6. – sviluppare un «sapere» finanziario di base.

Inoltre gli esiti della ricerca mettono in luce un impatto specifico di tale percorso sulle capacità autonome di orientamento, rafforzando quelle che vengono definite le “Career Management Skills” (CMS). Si tratta di capacità di auto-riflessione che aiutano gli studenti a identificare le proprie competenze, a sviluppare gli obiettivi di apprendimento per lo sviluppo della propria carriera formativa e professionale e ad agire per migliorare tale carriera (cfr. Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008 – «Integrare maggiormente l’orientamento permanente nelle strategie di apprendimento permanente»): i giovani intervistati sono più consapevoli delle loro capacità, sanno quali obiettivi professionali vogliono raggiungere, hanno un’idea dell’evoluzione delle professioni, sanno esplorare le possibilità di inserimento nel mercato del lavoro ed individuare le opportunità formative per aumentare le proprie competenze. Infine hanno una maggior capacità di fare squadra, di usare le reti, virtuali e non, di fare networking. 

Tali risultati confermano quindi quanto sia fondamentale promuovere azioni di “Career Education”, di orientamento e conoscenza delle professioni. In questo ambito esistono già iniziative e proposte operative molto concrete in diverse aree del nostro Paese.

Sicuramente, l’esplorazione delle possibilità offerte dal “lavoro imprenditivo” deve rientrare in tutti gli interventi di orientamento, sia nella scuola, sia nell’università.