Piano nazionale formazione docenti: obiettivi e priorità strategiche.

Il 3 ottobre il MIUR ha presentato il Piano Nazionale della Formazione, previsto dalla Legge 107, di cui erano state date alcune anticipazioni nella nota MIUR 2915 del 15 settembre 2015. Si tratta di un piano che porta molte novità e che si propone di avviare un processo di miglioramento della qualità dell’insegnamento e di valorizzazione della professionalità dei docenti scolastici.

Ecco in dettaglio alcuni elementi del nuovo Piano.

Saranno 750 mila i docenti coinvolti e ogni percorso di formazione andrà ad implementare il portfolio personale del docente.

Le priorità strategiche sono 9:
· Lingue straniere;
· Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento;
· Scuola e lavoro;
· Autonomia didattica e organizzativa;
· Valutazione e miglioramento;
· Didattica per competenze e innovazione metodologica;
· Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale;
· Inclusione e disabilità;
· Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.

Le priorità della formazione sono articolate nell’intreccio tra priorità nazionali, esigenze delle scuole e crescita professionale del personale scolastico. Come era prevedibile, tra le priorità emerge il tema dell’alternanza scuola-lavoro, che è anche una delle grandi novità previste dalla L. 107/15. Nell’area definita ‘Scuola e lavoro’, le iniziative formative dovranno essere finalizzate a “fornire ai destinatari gli strumenti per sviluppare progetti di alternanza qualitativamente rilevanti e completi nelle fasi di processo” con un’attenzione specifica alla “dimensione orientativa che caratterizza i percorsi di alternanza“.

Si tratta sicuramente di un piano ambizioso, elaborato con la collaborazione di esperti nazionali e internazionali, in cui l’idea di fondo è quella di creare un sistema di apprendimento permanente, nel quale gli insegnanti crescano nella consapevolezza del loro ruolo e nella collaboratività e disponibilità a modificare le proprie pratiche didattiche e relazionali in funzione di quel che succede in classe e ai risultati ottenuti dagli allievi.
La formazione diviene obbligatoria, strutturale e permanente, declinata in Unità Formative da frequentare in ciascun triennio, attraverso attività formative dirette e partecipazione a opportunità culturali per la formazione (comunità di pratiche, esperienze associative, pubblicazioni…), sia presso la propria scuola sia presso centri esterni, in accordo con le priorità definite dal Piano di Formazione della scuola. Le Unità Formative saranno poi modulabili in attività in presenza, ricerca in classe, lavoro collaborativo o in rete, studio e documentazione personali.

Sono state stanziate nuove risorse per la formazione che sommandosi a quelle già esistenti, ammontano a 1,4 miliardi, e includono anche le “card” dei docenti, che vengono rinnovate. I finanziamenti vengono inoltre spostati direttamente verso le scuole, che dovranno lavorare in rete, con un occhio di riguardo al territorio di appartenenza, che dovrà essere coinvolto.

Il contesto delineato dal Piano Nazionale intende promuovere un rafforzamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, che sono chiamate a un consistente lavoro di messa in rete tra di loro, con la creazione di reti d’ambito o di scopo, e il coinvolgimento del territorio in cui sono inserite, attraverso partenariati con enti e altri soggetti di riferimento per le aree prioritarie; ma sono chiamate anche a un grande lavoro di progettazione e rendicontazione di attività formative. Per questo la rete diviene fondamentale, sia per il recepimento dei fondi, che dovrebbero essere così distribuiti con minori sprechi, sia per non frammentare eccessivamente le procedure di rendicontazione e amministrazione.

Un ruolo centrale è quindi assegnato alle singole scuole, mentre viene al tempo stesso avviato un processo di qualificazione dei soggetti esterni con nuove procedure di accreditamento e monitoraggio degli standard offerti.

Diversi sono gli aspetti che meritano approfondimenti e riflessioni, come ad esempio la necessità oggettiva di riconoscere e formalizzare le attività di formazione continua quale elemento cardine della professione del docente, soprattutto per valorizzare anche le esperienze di molti docenti che fino ad ora hanno investito su base volontaria e con spesso un inadeguato impatto sulla propria carriera professionale.

Al tempo stesso si apre una grande questione legata ai servizi di supporto ad una formazione continua di così ampie dimensioni, come ad esempio i servizi di orientamento per aiutare i docenti a definire e selezionare gli obiettivi e le priorità della propria formazione continua e conseguentemente individuare e valutare i corsi e le opportunità migliori di aggiornamento, formazione e qualificazione (che non saranno pochi e non tutti di qualità o di facile accesso).

Sarà fondamentale avere a disposizione strumenti di orientamento e di ricerca/comparazione dei corsi, come ad esempio il portale Educaweb: www.educaweb.it

In particolare, per una panoramica dei percorsi che i docenti possono svolgere nell’ambito dell’orientamento, segnaliamo: http://www.educaweb.it/corsi-di/orientamento/.