Verso un piano nazionale di rafforzamento dei servizi per l’impiego: quali novità?

Il 2018 si annuncia un anno di forte cambiamento per i servizi per il lavoro, chiamati a garantire su tutto il territorio nazionale l’erogazione di servizi cruciali per l’attuazione di nuove misure di politica attiva per il lavoro e per l’inclusione, ad iniziare dal Reddito di Inclusione (REI) che inizia in queste settimana a raggiungere i primi beneficiari.

Attraverso i provvedimenti approvati nella Conferenza Unificata Stato Regioni del 21 dicembre 2017, i sistemi regionali dei Centri per l’Impiego si rafforzeranno e si doteranno degli strumenti necessari per sostenere un’offerta di servizi in grado di garantire a tutti i cittadini qualificati servizi e strumenti di orientamento e innovativi servizi di supporto alle imprese.

La sfida è cruciale per il nostro Paese che ha un mercato del lavoro tradizionalmente poco dinamico. I Centri per l’Impiego dovranno infatti dimostrare di essere in grado di rispondere alle esigenze di chiunque sia alla ricerca di una nuova opportunità professionale, ma al tempo stesso di stimolare e di accompagnare le imprese in un mercato del lavoro che sempre più richiede competenze diverse dal passato, sviluppando una domanda di professionalità in continua evoluzione.

Vediamo insieme quali sono gli aspetti determinanti di questo epocale cambiamento.

Grazie ai provvedimenti approvati in Conferenza Stato Regioni del 21 dicembre 2017 si inaugura un nuovo corso del sistema dei servizi per il lavoro, dopo la riforma del Job Act del 2015 e anche in seguito al risultato del referendum costituzionale del 2016. Tre sono stati i decreti oggetto di intesa: il decreto sui criteri dei sistemi di accreditamento dei servizi per il lavoro; il decreto in materia di requisiti giuridici per l’iscrizione all’albo delle agenzie per il lavoro; il decreto con gli indirizzi in materia di politiche attive e la definizione dei Lep (Livelli essenziali di prestazione) dei servizi per il lavoro. Inoltre, in sede di Conferenza unificata è stato anche raggiunto l’accordo per l’approvazione di un piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro.

Tra i principali effetti degli accordi di dicembre, segnaliamo la stabilizzazione e l’incremento (seppur minimo) del personale che sarà in capo alle Regioni, lo stanziamento di fondi stabili da parte dello Stato, l’identificazione di regole per l’efficace funzionamento del sistema e una migliore sinergia tra operatori pubblici e privati del mercato del lavoro, la definizione di livelli essenziali delle prestazioni che i servizi per il lavoro devono garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale alle persone disoccupate e ai datori di lavoro.

L’idea di un ruolo strategico dei Servizi per l’Impiego è emersa dal confronto e finalmente anche il nostro Paese si avvia a qualificare un sistema nazionale in grado di attuare in modo rapido ed efficace le nuove misure di promozione dell’occupabilità dei cittadini su tutto il territorio. L’auspicata costruzione di un sistema nazionale di servizi per l’impiego, qualificato e integrato, organizzato su base regionale, rappresenta un tassello fondamentale per intervenire più efficacemente sulle principali esigenze in tema di politiche del lavoro di questo Paese e in particolar modo, sul livello di disoccupazione giovanile. L’esperienza di Garanzia Giovani, seppure con grandi difficoltà e disomogeneità, a livello nazionale, ha dimostrato quanto sia strategico avere in ogni Regione una rete territoriale di servizi in grado di accogliere e orientare le persone, con personale qualificato e preparato per offrire servizi di consulenza qualificati, in grado, partire dal curriculum di ogni persona, di individuarne le potenzialità e i limiti, per pianificare le azioni di miglioramento, le competenze da apprendere e le strategie di accesso al mercato del lavoro locale, ma anche nazionale ed internazionale, se utile. Senza questa infrastruttura fondamentale dei Centri per l’Impiego, ogni azione di politica attiva per il lavoro e per l’apprendimento permanente rischia infatti di non raggiungere i destinatari e di non avere quindi l’impatto desiderato a livello territoriale. 

Proprio l’esperienza a livello nazionale (con la produzione sistematica di dati di monitoraggio), avviata con Garanzia Giovani, dovrebbe far riflettere sul ruolo cruciale dei servizi e sulla capacità degli stessi di rendere accessibili le opportunità, soprattutto quando la tipologia di utenti che si presenta al Centro per l’Impiego ha livelli di occupabilità bassi e sottende quindi un’esigenza diversa dal ‘trovare lavoro’. Non a caso, all’interno dei Servizi per l’Impiego stanno convergendo (purtroppo in modo disgiunto e non ben coordinato) altre misure strategiche, quali ad esempio i servizi di validazione delle competenze dei cittadini, la gestione di voucher formativi e di tirocini di orientamento, servizi di orientamento specialistico e di accompagnamento di soggeti deboli rispetto al mercato del lavoro e a dinamiche sociali e di inclusione, assieme alla possibilità di svolgere servizi qualificati di pre-selezione per enti e aziende.Queste misure di intervento non possono essere garantite senza un sistema di servizi pubblici in grado garantire consulenza di alto livello, uno staff competente e processi di lavoro efficaci per una gestione dinamica dei servizi in base ai flussi di accesso.

Per questo è fondamentale capire quanto prima se i Centri per l’Impiego (e quali) siano in grado di poter gestire con continuità una gamma ampia e strutturata di servizi alla persona, basati su metodologie di intervento e di consulenza condivise, per accompagnare ogni persona nell’acquisizione di Career Management Skills (CMS) che aiuti le persone a gestire efficacemente le diverse transizioni lavoro-apprendimento che dovranno affrontare nell’arco della vita.

L’orientamento è un passaggio fondamentale di questi servizi: se non viene fatto o se viene fatto male, tutto l’intervento è inutile, se non rischioso, in termini di perdita di tempo, di risorse economiche e di opportunità. Stiamo parlando non solo di orientamento, ma anche di “analisi” e “bilancio” delle competenze (con quali strumenti e metodologie?), di accompagnamento e di consulenza per aiutare le persone ha scegliere la prima o una nuova professione (con anche il rischio di sbagliare o di non trovarla). A chi saranno quindi affidati questi servizi? Quali metodologie utilizzeranno? Quali strumenti di consulenza?

Si tratta di costruire un’offerta di servizi che dovrà necessariamente inserirsi in un quadro complessivo in cui la finalità principale non è soltanto il placement, ma soprattutto l’accompagnamento, la consulenza e l’orientamento inteso come processo per l’acquisizione di quelle competenze utili per la costruzione e gestione di un percorso professionale e formativo durante tutto l’arco della vita.

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